Per lo shopping relativo ai beni di largo consumo, gli italiani sono pronti e sono disposti a rinunciare al design ed a cambiare marca al fine di sostenere gli acquisti green. Questo è quanto, infatti, ha riportato l’agenzia di stampa Ansa.it citando i dati di un’indagine che è stata realizzata da Nielsen. In particolare, è il 40% degli italiani che è disposto a questo cambiamento rinunciando così al design ed al tipo di imballaggio di quei beni di largo consumo che, per lo shopping, tendono ad essere più attrattivi e più appetibili.

Design delle confezioni green, il 40% dei consumatori è pronto a cambiare il brand

La ricerca di Nielsen, nel dettaglio, è stata presentata a Bologna, e precisamente al forum internazionale Packaging Speaks Green che è stato organizzato da Ucima e dalla Fondazione Fico, ed ha rivelato come, rispetto al 52% della media Ue, il 46% degli italiani sia disposto a rinunciare per i beni di largo consumo al design della confezione. Inoltre, come sopra accennato, rispetto ad una media europea del 46%, il 40% dei consumatori a tal fine, per favorire le confezioni green, è disposto pure a cambiare il brand, ovverosia la marca del prodotto. La scelta green, invece, è meno preferibile, per l’acquisto di beni di largo consumo, quando ci si riferisce alla dimensione del packaging, e poi a seguire alla gamma, al gusto ed al texture.

Beni sostenibili in Italia, sono prodotti solo da un’azienda su quattro

In Italia il 41% degli intervistati da Nielsen ritiene che sia molto facile o comunque piuttosto facile acquistare nei negozi i beni di largo consumo green, ma in realtà nel nostro Paese solo un’azienda su quattro propone alla clientela prodotti sostenibili.

In più, rispetto ad una media europea che è pari al 27%, il 24% degli italiani, nell’essere propenso ad acquistare prodotti sostenibili, è disposto pure a pagare un sovrapprezzo per comprare quelli con i contenitori realizzati con materiale sostenibile. Dalla ricerca Nielsen, non a caso, è emerso che gli italiani in materia di sensibilità ambientale in Europa sono secondi solo ai cittadini della Spagna.

Rispettare l’ambiente comprando di meno, per dire stop al superfluo

L’Ansa.it, nelle scorse settimane, ha inoltre riportato i dati di uno studio che è stato condotto dall’Università dell’Arizona, e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Young Consumers. Dallo studio è in particolare emerso che, dicendo stop al superfluo, si può rispettare l’ambiente anche comprando di meno. Nello specifico, la riduzione dei consumi non solo è legata ad un maggior benessere psicologico, ma tagliando il superfluo si rispetta pure l’ambiente meglio che con l’acquisto di prodotti e di beni di largo consumo ecosostenibili.

Lo studio si è basato sull’analisi di due categorie di acquirenti, quelli che, al fine di limitare l’impatto ambientale, fanno acquisti ecologici, e quelli che invece che, nel seguire il principio della riduzione dei consumi, in genere non solo comprano le cose strettamente necessarie, ma altrettanto spesso amano riparare i propri oggetti, evitando di acquistarne di nuovi, ed evita pure gli acquisti compulsivi. Ed in effetti è emerso che, sotto il punto di vista della sostenibilità, la riduzione dei consumi risulta essere decisamente più efficace.

In generale possiamo dire che gli acquisti verdi sono in grado di generare, a livello economico ed ambientale, un vero e proprio circolo virtuoso su larga scala che, tra l’altro, può andare ad interessare pure i beni diversi dagli alimentari di largo consumo. Ci riferiamo, nello specifico, all’acquisto di materiali, di attrezzature e di servizi facendo leva quasi sempre sul canale online.

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